
26 Lug Il pensiero di Silvia Gambi, Sostenibilità è Responsabilità Condivisa
Giornalista, copywriter, esperta in sostenibilità e comunicazione d’impresa per la responsabilità sociale, fondatrice del portale Solo Moda Sostenibile e divulgatrice professionista per lo sviluppo sostenibile.
“Moda sostenibile: tutti ne parlano, ma c’è poca chiarezza su cosa sia davvero. Non è facile stabilire dei confini, perché la sostenibilità prende in considerazione tanti aspetti: c’è l’aspetto sociale ed etico, quello ambientale ed ecologico. Poi c’è da tenere di conto della condivisione delle informazioni e dell’autenticità del messaggio. Sicuramente non basta utilizzare una materia prima certificata per poter parlare di prodotto sostenibile ed è invece un tranello nel quale sempre più spesso i consumatori rischiano di cadere. La selezione della materia prima è un aspetto importante, ma è solo una parte di quello che va preso in considerazione. E’ necessario che i processi di lavorazione siano svolti creando il minor impatto ambientale possibile e che chi lavora lungo la catena di produzione veda rispettati i propri diritti.
Un capo d’abbigliamento è un prodotto complesso: dalla produzione della materia prima al negozio sono decine i passaggi diversi necessari per arrivare al prodotto finito. Sono coinvolte professionalità diverse, collocate in parti diverse del mondo. Conoscere la storia di quello che acquistiamo è fondamentale, perché ci permette di fare delle valutazioni e soprattutto indica la disponibilità a condividere le informazioni da parte di chi mette sul mercato un certo prodotto. La sostenibilità non si vede e non si tocca: un prodotto che è pensato per essere sostenibile non è diverso da un prodotto che non lo è.

Silvia sul set della Cover Story del National Geographic “The End of Trash”
Per questo lo storytelling è fondamentale e si basa sulla capacità di raccontare le caratteristiche del prodotto, la filosofia dell’azienda che lo ha progettato, i valori che si materializzano in quel capo. Non servono slogan esagerati e poco credibili: l’autenticità è la strategia migliore. Oggi il consumatore, soprattutto quello che vuole seguire una filosofia di sostenibilità, è attento e preparato. Sa dove trovare le informazioni e come individuare eventuali opacità. Sono numerosi i brand che negli ultimi mesi si sono trovati sotto accusa e i social sono una cassa di risonanza straordinaria. Quando la fiducia del consumatore è persa, recuperarla è molto complicato.
Un’impresa responsabile dovrebbe innanzitutto fare una riflessione sui propri valori, gli obiettivi che vuole perseguire con il proprio lavoro, le cose che ritiene importanti e che rappresentano meglio la filosofia aziendale, quali sono gli obiettivi di miglioramento. Questo è il punto di partenza fondamentale: deve essere definito con il personale dell’azienda, perché la responsabilità deve essere condivisa. Fatto questo, l’azienda potrà decidere di lavorare solo con aziende che hanno una filosofia simile e che possono essere utili a raggiungere gli obiettivi aziendali. La sostenibilità è un percorso che si compone di tante tappe, dove non c’è un punto di arrivo: la cosa importante è mettersi in strada.